Sanremo 2025 e l’insostenibile moderazione di Carlo Conti

Raccogliere l’eredità di Amadeus non era assolutamente facile. Replicare il risultato di cinque edizioni macinando record su record è veramente un’impresa titanica, anche se sei sotto riflettori del Festival più seguito d’Italia e in Eurovisione. Infatti sull’Ariston e nei camerini aleggia ancora lo spettro di Sebastiani (tra l’altro nominato più volte, sia da presentatori che da ospiti). È sembrato che Carlo Conti si sia arreso al fatto che il suo festival debba essere qualitativamente peggiore rispetto al quinquennio Ama. Ed effettivamente durante la serata è mancata quella marcia in più, quel brio, quell’imprevisto (Jovanotti) che ti strappa magari una risata o uno strabuzzo d’occhi. Menzione speciale per Jerry Scotti, che ha portato la sua naturalezza e spontaneità alla kermesse più seguita d’Italia. Un po’ meno la Clerici, che fa bene il suo compitino e niente più. Carlo, invece, risulta ingessato anche rispetto alle edizioni da lui precedentemente dirette. Anche la scelta del cast è un “vorrei ma non posso”. Ci sono diversi brani validi e che sono sicuramente favoriti per la vittoria finale ma, a differenza delle edizioni precedenti, non c’è quel pezzo che spicca in mezzo alla coltre e che ti fa dire “questa vince”. Sanremo poi da diversi anni strizza sempre l’occhio a Eurovision, dove negli ultimi anni l’Italia ha sempre trovato almeno un piazzamento in top 10, considerando anche podi e vittorie. Quindi signore e signori, le scommesse sono aperte.Poi è la prima sera, si spera possa sbottonare un po’ il tux e mettere un po’ di pepe al Festival. Che Carlo si sia contenuto in questa edizione, o è solo il preludio di qualcosa di più grande che lascia presagire a un “the best is yet to come”?

Articolo di : Matteo D’anna

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