Il toto-Vessicchio è ormai una consuetidine del Festival, da quando nel 2017 il direttore non accompagnò alcun artista, scontentando il pubblico affezionato allo spettacolo di Rai1, per cui “Dirige l’orchestra il maestro Beppe Vessicchio” è più di annuncio; è la rondine che fa primavera, un mantra che ha la sacralità di un salmo biblico. Dopo aver rinforcato la bacchetta nel 2018 per Mario Biondi e Elio, il prossimo anno Beppe Vessicchio non sarà presente sul palco ligure: Ad ora non ho avuto alcun contatto con i cantanti, né coi discografici. L’orchestra ha iniziato le prove… il Festival lo vedrò dal televisore. Va bene così.
Nonostante si possa leggere nella dichiarazione un certo rammarico, il maestro d’orchestra ha speso parole di stima nei confronti di Claudio Baglioni, timoniere per la seconda volta della macchina di Sanremo.
Anche Claudio, come Baudo, ha profuso molte energie, ma in maniera diversa. Da cantante, da compositore, disponibile al confronto, senza limiti di orari e di importanza dei colleghi, non è entrato nel merito di creazioni già ponderate. L’unico direttore artistico ad aver inviato dal suo cellulare privato un sms ai big esclusi, prima che radio e tv ne dessero notizia. Così, la sua musica, ritengo, è attenta all’equilibrio armonico dell’ambiente.
